Con l’arrivo del Natale le vetrine si illuminano a festa, i decori sbocciano ovunque e comincia a sentirsi nell’aria il profumo dei dolci tipici. Tra questi figurano in cima alla classifica i panettoni, vediamo insieme l’origine, la storia e la sua diffusione.

Il Panettone tra storia e leggenda:

Il Panettone è testimoniato già in uno scritto del 1470 di Giorgio Valagussa, precettore degli Sforza che racconta del “rito del ciocco”, un appuntamento familiare durante il quale veniva messo un grosso ceppo di legno sul fuoco per tutti i commensali presenti alla cena di Natale e durante la quale veniva consumato un pane detto Pan de Ton, o pane dei signori, arricchito con burro, uova e zucchero. Il Panettone così come lo conosciamo oggi venne definito in una ricetta del 1549 da un cuoco ferrarese, Cristoforo di Messisbugo, che parla di un dolce milanese di forma torna in cui sono presenti: farina, uova, latte, burro, zucchero e acqua di rosa. Il nome Panettone, invece, venne introdotto nel dizionario milanese-italiano soltanto al 1606. Il Panettone significa pane di grandi dimensioni secondo alcuni anche se panone sarebbe l’accrescitivo coerente. Oggi circa la sua origine etimologica si è dato luogo a numerose teorie, storie e leggende. Secondo alcuni personaggi come Toni o Ughetti (Ughett in milanese, uvetta) potrebbero aver influito sullo sviluppo della ricetta.

La diffusione del Panettone fino ai giorni nostri:

Nell’800 il Panettone è stato prodotto artigianalmente ed era rivolto a un pubblico ristretto, col tempo si diffuse la buona abitudine di spedirlo come dolce natalizio o come ringraziamento. Con l’introduzione del lievito madre durante il primo dopoguerra hanno fatto sì che il dolce richiedesse l’ausilio di uno stampo fino ad arrivare all’industrializzazione dei giorni nostri che prevede un largo uso di creme e armi utili a rendere ogni dolce unico: il panettone al pistacchio ne è la prova ed è tra i più apprezzati e diffusi oggi.